“Non alzate il limite dei 6 V/m”: anche Belpoggi promuove l’appello di Legambiente

Anche la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice scientifica dell’Istituto Ramazzini, ha sottoscritto la petizione promossa da Legambiente contro l’aumento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici.
“In Italia, – ricorda Belpoggi nella lettera inviata assieme ad altri autorevoli scienziati, esperti e attivisti al Presidente del Consiglio, Mario Draghi, e ai Presidenti di Camera e Senato – il limite massimo di esposizione al campo elettrico a radiofrequenza (CEMRF) è di 20 Volt/metro (40 V/m per le onde centimetriche), ma si tratta di un limite valido per esposizioni brevi od occasionali, mentre il tetto di radiofrequenza (valore di attenzione) per il campo elettrico generato dalle radiofrequenze, per esposizioni all’interno di edifici adibiti a permanenza non inferiore a quattro ore giornaliere, è di 6 Volt/metro (DM 381/ 98 e DPCM 8/7/2003)”.
“Non siamo affatto preoccupati dello sviluppo di digitalizzazione per il nostro Paese – si legge nella missiva -, servizio e tecnologie che la pandemia ha messo in evidenza come auspicabili e necessari anche per superare le disuguaglianze sociali che abbiamo vissuto in questi mesi; ma il parere del 24 marzo u.s., espresso dalla IX Commissione Permanente della Camera, circa la proposta di adeguamento dei limiti di immissione elettromagnetica (Osservazione 15) a quelli vigenti nei Paesi Europei meno cautelativi in materia, di 61 V/m, suscita in tutti noi grande preoccupazione. Il limite di 61 V/m non tiene conto delle numerose evidenze scientifiche che hanno ormai dimostrato la presenza di effetti biologici non termici anche molto gravi, fino a forme tumorali”, concludono.